Quando una poetessa come lei se ne va non si prova tristezza o un qualsiasi altro sentimento in cui malinconia, nostalgia, senso di vuoto, tristezza la fanno da padroni.
Quando una poetessa come lei se ne va si pensa soltanto a tutte le cose belle che
ci lascia in dono per sempre col suo stile inconfondibile retto su tonalità basse, in sordina.
Di lei rimangono il suo senso dell’umorismo, la diffidenza verso qualsiasi scuola e gruppo letterario, il suo stupore verso i mille miracoli dell’esistenza.
Nella rubrica letteraria che teneva e in cui rispondeva a poeti e scrittori esordienti,
spesso li esortava a lasciar perdere e a dedicarsi a un’attività ugualmente gratificante: la lettura.
Sopra ogni cosa crediamo rimanga il discorso tenuto per la consegna del Nobel per la Letteratura
tutto incentrato su quelle due parole magiche. “non so”.
Anche il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d’una risposta provvisoria e del tutto insufficiente. Perciò prova ancora una volta e un’altra ancora, finché gli storici della letteratura non legheranno insieme prove della sua insoddisfazione di sé, chiamandole “patrimonio artistico”
Davvero straordinaria, ciao Wislawa!
AD ALCUNI PIACE LA POESIA (W.SZIMBORSKA)
Ad alcuni –
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.
Piace –
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.
La poesia –
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.
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