Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Ripartire da questo articolo della nostra ormai tanto bistrattata e vituperata Costituzione è come cercare di trovare uno straccio di punto di partenza nel dibattito sull’attuale crisi economica, sociale e culturale.
Sì, perché ormai è dannatamente evidente che la crisi che stiamo vivendo forse è soltanto in minima parte economica, il che è tutto dire…
Un progetto di comunità è andato a farsi benedire e sembra ormai che l’uomo abbia una sola dimensione: quella monetaria.
Da qui l’ormai conosciutissimo leitmotiv, almeno a tutti gli operatori culturali, che recita: NON CI SONO PIU’ SOLDI, dimenticando però che tale mancanza è solo il frutto di una scelta politica. Basterebbe 1/5 della spesa militare…
Nel 2008 il bilancio dei BENI CULTURALI, 3,5 miliardi già insufficienti, fu dimezzato e nei governi seguenti si è proseguito. Oggi siamo sugli 1,5 miliardi mentre per le armi spendiamo circa 25 miliardi…
La media europea di spesa pubblica per la cultura è del 2,2%( 2,5 in Francia, 3,3 in Spagna) da noi si viaggia all’ 1,1%.
La targa che sta all’entrata del museo di Kabul recita: “UNA NAZIONE RESTA IN VITA FINCHE’ RESTA IN VITA LA SUA CULTURA” e questo noi italiani dovremmo ricordarcelo sempre se vogliamo che la nostra civiltà si tramandi, perché si sa: anche le civiltà muoiono…
NEL CORSO DELLA STORIA UMANA LA CULTURA E’ SEMPRE STATO IL RISULTATO DI UN INVESTIMENTO ECONOMICO: MAI IL CONTRARIO.
Anche i musei americani, spesso citati a sproposito, non generano reddito ma consumano le ricche donazioni di cui beneficiano, però generano civilizzazione, umanità, coesione sociale.
In altri Paesi europei, nonostante la crisi, la spesa per la cultura anziché diminuire si accresce, forse perché qualcuno ha finalmente compreso che uno dei presupposti per uscirne è proprio attraverso di essa.
Vogliamo solo far crescere il PIL o vogliamo accrescere il nostro spirito?
E ancora: siamo consapevoli del fatto che non siamo eterni e che saremo invece giudicati dalle generazioni future: che tipo di giudizio avremo dai nostri pronipoti?
Come per mantenere in forma il corpo, anche per far restare umana l’anima ci vogliono impegno e fatica, la cultura non è un liberatorio passatempo lava-cervello.
In Italia invece sembra che la soluzione sia quella di privatizzare, vendere, spesso al peggior offerente. Innanzitutto, da un punto di vista economico, converrebbe vendere nel momento in cui ci sia una forte domanda e non ci si trovi con l’acqua alla gola e costretti a sbaraccare per poco quello che è invece un patrimonio di tutti.
E’ come se il maggiordomo di una bellissima casa signorile svendesse il patrimonio di famiglia… i governi di passaggio sono appunto il maggiordomo, indifferentemente tecnici o politici, per servire in maniera clientelare gli amici e gli amici degli amici.

“ESSERE UMANI E’ UNA LIBERTA’ CHE RICHIEDE ATTENZIONE, CONSAPEVOLEZZA, DISCIPLINA, IMPEGNO E LA CAPACITA’ DI TENERE DAVVERO AGLI ALTRI. QUESTA E’ LA VERA LIBERTA’.
QUESTO E’ IMPARARE A PENSARE. L’ALTERNATIVA E’ L’INCOSAPEVOLEZZA, LA MODALITA’ PREDEFINITA, LA CORSA SFRENATA AL SUCCESSO: ESSERE CONTINUAMENTE DIVORATI DALLA SENSAZIONE DI AVER AVUTO E PERSO QUALCOSA DI INFINITO.
QUI LA MORALE, LA RELIGIONE, IL DOGMA O LE GRANDI DOMANDE STRAVAGANTI SULLA VITA DOPO LA MORTE NON C’ENTRANO.
LA VERITA’ CON LA V MAIUSCOLA RIGUARDA LA VITA PRIMA DELLA MORTE. RIGUARDA IL FATTO DI TOCCARE I 30, MAGARI I 50, SENZA IL DESIDERIO DI SPARARSI UN COLPO IN TESTA. RIGUARDA IL VALORE VERO DELLA CULTURA, DOVE VOTI E TITOLI DI STUDIO NON C’ ENTRANO, C’ ENTRA SOLO LA CONSAPEVOLEZZA PURA E SEMPLICE.”
(David Foster Wallace: Questa è l’acqua)

Giuseppe Gabrielli
Tratto da ISTRUZIONI PER L’USO DEL FUTURO di Tomaso Montanari