“D’amore non si muore” cantava Giovanni Colone alias “Massimo Ranieri nella sua “Rose Rosse per te”. Quarantasei anni dopo l’uscita del brano che ha conquistato il cuore degli italiani, la musica sembra non essere più la stessa. Nel mio lavoro di cronista, capita quotidianamente di raccontare storie di vita ai margini della realtà; molte di esse hanno come comune denominatore la violenza.
Dallo stalking al femminicidio: basta aprire il giornale, di mattina, per scoprire che ancora una giovane è stata violentata; una moglie, picchiata; una ex compagna, ammazzata. In Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa in nome di un amore finito o mai corrisposto. Al di fuori dei confini nazionali, la casistica ha cifre ben più spaventose. Alcuni studi condotti dall’organizzazione internazionale WomanStats hanno rivelato che nel mondo è ancora in atto un’ostinata guerra contro la donna. Africa orientale, Asia centrale e sud-est Asiatico sono le regioni a più alta criticità. Lo testimonia la storia di Gulnaz, la giovane afghana che, dopo 12 anni trascorsi in carcere a scontare la pena cui sono costrette le vittime di stupro, ha deciso di sposare l’uomo che l’ha violentata. Il motivo? Recuperare l’onore perduto. Gulnaz, rimasta incinta del suo aguzzino, venne infatti ripudiata da famiglia e amici. Per fortuna, non mancano storie a lieto fine. E sono proprio quelle a cui voglio dare voce, attraverso il racconto di chi le ha vissute sulla propria pelle. Bellissima e raggiante, sebbene l’acido le abbia deturpato il volto, Lucia Annibali è l’esempio da cui tutti dovremmo trarre insegnamento. Una vita felice quella dell’ avvocatessa 35enne fino a quel maledetto 6 aprile 2013. “Possono togliermi il mio viso, ma non la voglia di ricominciare” aveva detto Lucia lo scorso 8 marzo, mentre – in occasione della festa della donna – l’ex Presidente Napolitano le conferiva la carica di Cavaliere al merito della Repubblica. Un riconoscimento alla forza e al coraggio delle donne che da Roma approda nel comune di Grottammare grazie all’Associazione culturale Pelasgo 968 che per il 6° anno consecutivo presenta il Concorso letterario in cui saranno premiate le migliori poesie e prose dedicate al sociale. Tra queste, anche “L’Ultima parola” di Daniele Donati. Il racconto breve si è aggiudicato il Premio Narrativa Cub Unesco San Benedetto del Tronto. Obiettivo, cambiare un poco alla volta la realtà che ci circonda. E farlo attraverso la scrittura, la musica, l’arte e la cultura. Perché non sia la violenza ad avere “l’ultima parola”.
Jessica Balestra
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