SOGNI DI CARTA: OVVERO IL BUSINESS MILIONARIO DEI CONCORSI LETTERARI.
Lo spunto ce lo da un articolo comparso qulache tempo fa su Repubblica dal titolo abbastanza esplicativo: SOGNI DI CARTA A PESO D’ORO ECCO IL BUSINESS MILIONARIO DELLA PREMIOPOLI DEI LIBRI. Due bei paginoni in cui Stefania Parmeggiani analizzava il fenomeno dei circa 1800 concorsi letterari italiani, fenomeno che non ha eguali in nessun altro Paese al mondo e…

che ci vede direttamente coinvolti in quanto anche noi della Pelasgo ci dilettiamo col sopracitato business milionario. Un po’ di numeri: 5 competizioni al giorno, un giro d’affari(!?) che supera gli 11 milioni euro, decine di riconoscimenti collezionati nei curricula dagli scrittori che non valgono nulla, 10 milioni di euro i contributi pubblici ai premi letterari, 3,4 miliardi il fatturato delle oltre 7000 case editrici italiane…e poi dicono che gli italiani non leggono e non prendono mai in mano un libro. Bancarella, Campiello, Bagutta, Viareggio, Grinzane(!?), le punte di diamante di un fenomeno davvero da record. Tutto molto interessante ai nostri occhi; vengono inoltre riferite le esperienze di autori, ora famosi, che dopo anni di inutili concorsi hanno alla fine gettato tutto ed ora sono rinati con un bel contratto di una casa editrice e con l’aver rimpinguato cospicuamente il conto in banca. Ecco poi comparire un povero poeta che dopo aver partecipato ad un concorso si è ritrovato invitato ad altri cento: “che ci sia uno scambio di nominativi?” si chiede con fanciullesca ingenuità. Ah, dimenticavamo, il Grinzane dei bei tempi usufruiva di circa 5 milioni di euro da parte di fondazioni bancarie ed altri enti, il tutto nell’interesse della cultura s’intende. Andiamo per ordine. Punto 1: se praticate la scrittura e volete diventare famosi, far soldi, ecc.ecc. non partecipate a piccoli concorsi tipo il nostro a Grottammare, non vi chiederemo soldi per pubblicare ma non avrete neanche una porta spalancata. Punto 2: che partecipo a fare? Vi chiederete allora. Solo per il gusto di confrontarvi con altri poeti, per conoscerli nella giornata conclusiva, per scambiarvi opinioni e pareri con noi della Pelasgo, per conoscere Grottammare, il Piceno, la nostra accoglienza. Troppo poco? Allora vi consigliamo il Bagutta, il Campiello, eccetera. Punto 3: è vero, molti concorsi nascono con scopi speculativi e nulla a che vedere con la cultura, molti sono a rimorchio della politica, molti delle case editrici, qui però entra in ballo l’intelligenza dello scrittore. Se i vostri scopi sono quelli di far carriera, beh, tornate al punto 1, se invece volete confrontarvi, migliorarvi, incontrarvi, basta scambiare qualche opinione con i colleghi che già si sono cimentati in più di un concorso, basta girare un po’ nei siti dei vari premi e vi renderete subito conto direttamente. Per quanto ci riguarda noi di Grottammare proseguiremo per la nostra strada: che volete farci, siamo degli inguaribili romantici, ah, pillola di saggezza finale: più soldi girano più… “e ho detto tutto!” diceva il grande Peppino De Filippo.

Peppe gabrielli